lunedì

Una giornata tipo di un Asperger tendente al depresso



Sembra facile ma vi assicuro che non lo è. Vivere da Asperger tutti i giorni per 365 giorni all’anno è dura ma ha anche i suoi lati positivi e proverò con questo racconto a darvene un assaggio.
Di solito la sveglia suona alle ore 7, ma il mercoledì mattina è l’unico giorno della settimana che la sveglia suona alle ore 6.30. Deve infatti arrivare il camion del biologico locale a portare i prodotti del punto “Beifiori”. Tutte le persone Asperger hanno un  “interesse speciale” ed il mio è quello di distribuire frutta e verdura biologica.
Mi alzo. Faccio il letto. Metto i cuscini vicino ai guanciali del letto. Tutto nella mia stanza richiama le stesse tonalità di  color pastello: tortora, marroncino, e verde prato, come deve essere una casa di campagna.
Mi vesto con gli indumenti pensati e preparati la sera prima ed apro la finestra per cambiare l’aria nella stanza.

Nel frattempo vado in bagno per tornare dopo pochi minuti con la camera a posto. Lascio sul letto la borsa e le scarpe che metterò prima di uscire.
Vado in cucina e faccio il caffè, preparo la scatola dei biscotti integrali, per me e mio marito. Per lui metto la sua tazza preferita, per me il mio latte di riso e miele, e mentre il caffè sale mi prendo i miei soliti integratori. Tutto pensato, con una routine stabilita da tempo che non mi fa dimenticare nulla.
Sono le 7.30 ed il camion non è ancora arrivato. Vado già in ansia.
Mi alzo, leggo il menù che mi sono fatta per questa settimana e  cancello dall’elenco delle cose da comprare il formaggio. Rileggo quello che c’è scritto e vedo confrontando la lista con il menù che non ci sono altri prodotti alimentari da aggiungere. Posso rimettermi seduta, sono contenta di essere così precisa e schematica. Così ho superato la mia incapacità di organizzare i pasti della settimana e così evito di andare in ansia perché non so’ cosa fare da mangiare e andare a fare la spesa ogni altro giorno nonostante il frigorifero pieno di alimenti.
Ma perché il camion non è ancora arrivato? Scendo per anticipare i tempi. Ormai dovrebbe arrivare. Non riesco più ad aspettare. Nel frattempo porto fuori le cassette da restituire.
Finalmente è qui. Aiuto a scaricare le cassette piene e faccio portare via quelle vuote. Ora posso andare al lavoro.
Mi sono dimenticata di salutare. Maledizione! La prossima volta mi devo ricordare di dire “Buongiorno” e sorridere. Le persone non-asperger salutano sempre alla mattina anche se sono incavolate con il mondo ed io desidero essere come loro.
Vado con la mia piccola seicento, facile da guidare; che si avvia sempre al mattino anche se c’è il ghiaccio per le strade; che accetta il mio partire in seconda e dimenticarmi di scalare le marce; che non mi lascia mai a piedi nonostante le mie distrazioni al volante; che non mi fa pesare il fatto che non amo guidare ed odio il traffico. Quando guidi infatti gli altri non sono prevedibili e non sai mai chi può venirti addosso. Troppe cose si devono fare contemporaneamente quando si è al volante ed io vado spesso in confusione.
Arrivo al lavoro. Timbro e salgo le scale. Ora però ci penso e mi ricordo di salutare e di sorridere tutte le volte che incrocio un collega. Non voglio essere scambiata per un’associale.
Apro l’ufficio ed apro la finestra dell’ufficio.
Metto giù le borse e vado in bagno per vedere se sono in ordine. Mi guardo allo specchio e mi metto in ordine perché in ufficio bisogna essere presentabili. Faccio la pipì perché chissà forse dopo non ho il tempo di farla quindi è meglio farla subito così mi tolgo il pensiero.
Chiudo la finestra dell’ufficio ed accendo il PC, inserisco la password e guardo la posta.
Il mio responsabile entra in ufficio in modo vulcanico e quasi sobbalzo nella sedia. “Ci sono due corsi da inserire e fare le Card”.Continua: “Possibile che il giorno 12 il docente non risulta che aveva fatto il corso?” .
Parla al telefono con una mia collega e sbraccia tutto agitato:“Questo si chiama falso in atto pubblico”.
Continua con lo stesso tono: “Ma chi può aver firmato al suo posto?”.
“E’ arrivato il caos”. Penso: “Il mio responsabile lo porta sempre con sé”.
Faccio tre bei respiri profondi, diaframmatici e prendo la cartellina del corso archiviata con ordine. A volte ci vuole poco. Basta un po’ di classificazione dei corsi e si capisce dove sta l’errore. Ripenso alla confusione che c’era in archivio prima che io arrivassi. Oggi ogni corso ha nella prima facciata della cartellina un indice del contenuto ed un richiamo al contenuto nel PC. Mi trovo a lavorare con questo ritmo fino alle ore 15.
“Forse perché non sono capace di dire di no?” Penso. “O forse sono io che esagero!”.
“Non lo so’ certo è meglio aver fatto pipì subito!”.
Risalgo in macchina felice di aver chiesto un part-time sul lavoro perché questo mi permette di vivere delle mie passioni.
Tornata a casa controllo le cassettine dei clienti, le completo con la carne biologica e telefono al mio referente di zona perché ho visto subito che mancano le arance.
“Che stufo che sono che manca sempre qualcosa!”. Borbotta.
“Per forza! C’è scritto troppo piccolo il codice nella cassetta, quindi ci si sbaglia! Bisogna attaccare un bel codice grande!”
“Si, dobbiamo farlo!” Borbotta di nuovo. “Perché alla mattina presto è facile prendere una cosa per un’altra se non è tutto chiaro”. Sento che l’errore mi crea confusione e mi fa sentire imperfetta anche se non dipende da me, quindi cerco di non pensarci e riattacco la cornetta.
Arrivano i clienti uno dopo l’altro. Questo mi fa stare bene. Invece provo molta tensione quando arrivano i clienti delle arance che mancano e il mio referente non è ancora arrivato. Mi trovo con 3-4 clienti Bioloc nel corridoio. “Non va bene! Ma
non devo andare in panico!” Mi dico, e vado in bagno chiedendo di scusarmi per un attimo.
Con dei bei respiri profondi, diaframmatici faccio un po’ di training autogeno che mi ridà quella calma che stavo perdendo e torno tra la folla. “Ci vorrebbe un bel aperitivo mentre aspettiamo l’arrivo delle arance”. La tensione ormai è svanita. Si sorride e si parla un po’ fino a quando finalmente arrivano queste benedette arance ed i clienti se ne vanno portandosi via un po’ di ansia.
 Per rilassarmi mi butto su un’altra mia passione: La cucina.
Quindi preparo la cena con quello che avevo già programmato: delle polpette di carne biologica ed un’ insalatona mista con semi di sesamo e girasole.
 Le figlie vengono a casa ad orari diversi e quindi la tavola rimane apparecchiata per ore ed ore. Siamo soli, io e mio marito, ma la cosa sembra non dispiacere ad entrambi.
E’ stata una giornata intensa, con qualche imprevisto e difficoltà da superare ma che in fondo si è conclusa bene.
Sì in fondo non è male essere Asperger!
“Noi Asperger non saremmo dei bravi organizzatori del lavoro altrui ma mi sembra che anche i neuro tipici fanno delle cappelle mostruose!” Dico a mio marito ridendo “Però la nostra precisione nel fare le cose, ed il nostro attaccamento ai nostri interessi speciali ci rendono preziosi, per quei datori di lavoro che cercano persone regolari precise ed appassionate a quello che fanno. La combinazione migliore è che il nostro interesse speciale sia il nostro lavoro”.
Buona vita a tutti!
Sasso Luigia
Orgogliosamente Asperger

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