Eccoti cara mia bellissima
patata rifiutata dalla catena commerciale e fatta diventare uno scarto.
Mi è stata data da un
commerciante della bassa veronese che non sopporta di essere costretto a
buttare quintali e quintali di verdura solo perché non è esteticamente
perfetta.
Il mondo è sempre più pieno di contraddizioni.
In una situazione di crisi economica mondiale la metà degli sprechi avviene, a
differenza di quanto si possa pensare, a monte, durante le prime fasi di
produzione.
Ancora nei campi frutta e verdura troppo
piccola o brutta da vedere viene scartata e buttata.
Come possiamo fare per evitare tutto questo?
Oggi è necessario evitare in generale gli sprechi, ma soprattutto imparare a riutilizzare o riciclare quando
possibile.
La legge italiana di certo
non ci aiuta perché punisce chi fa commercio di prodotti che non sono perfetti
(e su questo potrei essere d’accordo) ma
impedisce però il dono a strutture caritatevoli.
Cina, Mongolia e Kazakistan:
la quantità di cibo sprecata nel mondo ogni anno coprirebbe questa area
geografica. L’ultimo rapporto della Fao (rilasciato a metà settembre) ha
infatti stimato in 1,4 miliardi di tonnellate la quantità di rifiuti alimentari
non consumati – pari a un terzo di quello che viene prodotto e a una perdita di
circa 570milioni di euro in un anno.
Possibile
che non si riesca a combattere lo spreco di cibo, donando a
bisognosi ciò che non è venduto dalle
aziende??
La gente non immagina quanto cibo viene buttato nei ristoranti o supermercati.
In città però il fenomeno
di coloro che recuperano cibo dalla
spazzatura, si vede tutte le sere.
Il mio obiettivo non è quello di svuotare i bidoni delle immondizie prima dell'arrivo dell'AMIA , ma ciò che, per varie ragioni, non
può essere venduto (questione estetica della merce, eccessi di produzione o
vicinanza alla data di scadenza) ricuperarlo dalle ditte o da privati generosi e darlo in beneficenza.
Bastano dei volontari che si occupano di raccogliere alimenti che
poi vengono donati ai poveri.
Inoltre altro compito importante è quello di sensibilizzare le persone circa le date di scadenza riportate sulle
confezioni che spesso causano confusione nei consumatori che, nel dubbio,
buttano prodotti che potrebbero essere ancora consumati (secondo un recente
report dell’Università di Harvard e del National Resources Defense Council).
Ecco che da questi report ci rendiamo conto che l'agricoltura può
essere ecologica, riutilizzare tutti i suoi scarti ed arricchire il terreno di
coltivazione. Esempio di una realtà che conosco:
Nella bassa veronese si coltiva di tutto.
Nella bassa veronese si coltiva di tutto.
I prodotti però devono essere
bellissimi e quindi c'è molto scarto, ma anche lo scarto è bello! dico io!
Guardate la mia patata sgangherata ... sembra un'opera d'arte!
Possibile che non se ne possa far nulla?
Guardate la mia patata sgangherata ... sembra un'opera d'arte!
Possibile che non se ne possa far nulla?
L'idea nasce spontanea e pure il desiderio di comincia
a studiare il modo per recuperare gli scarti e poter sperimentare gli eccellenti sicuri
risultati prodotti, dagli scarti.....
Gli sprechi alimentari
costano al mondo più del PIL italiano. Superano ormai i 2000 miliardi. Andrea
Segrè, direttore del Dipartimento di scienze e tecnologie agro-alimentari
dell'Università di Bologna, ha analizzato i dati dell'ultimo rapporto Food Wastage Footprint, che contiene informazioni fornite
dalla FAO.
Le guerre, mascherate dietro motivazioni religiose, scoppiano per lo più per il controllo di risorse naturali, come acqua e fiumi, petrolio, foreste e terreni agricoli da destinare alla produzione di cibo.
E' poi ancora troppo grande la piaga dei prodotti agricoli coltivati che rimangono sui campi e che non vengono destinati alla commercializzazione, ad esempio per il loro aspetto imperfetto che porta fornitori e supermercati a scartarli.
Ogni anno il 30% del cibo prodotto nel mondo viene sprecato. Risolvere il problema degli sprechi alimentari e migliorare la distribuzione dei cibi verso chi non ha accesso al loro acquisto è forse l'unica strategia per arginare la fame nel mondo o avendo obiettivi più raggiungibili per alleviare la povertà che si vede nelle nostre città.
Anche perchè è evidente che l'aumento della produzione non si sta rivelando come uno strumento adatto, ma invece come un'ulteriore fonte di spreco alimentare e di risorse.
La colpa è in gran parte del settore alimentare e della grande distribuzione che guarda più al profitto che alle persone trasformando il povero in un criminale.
Un alimento gettato nella spazzatura è il simbolo di uno spreco molto più ampio, che non riguarda soltanto il denaro speso per acquistarlo, ma anche le risorse idriche, l'energia, i trasporti, l'inquinamento, gli investimenti economici e le emissioni di Co2 che risultano correlati alla sua produzione.
Riflettiamo sempre bene prima di comprare e di gettare e facciamo la nostra parte riutilizzando sempre gli avanzi e prestando attenzione alle date di scadenza.
Credo che questo sia il minimo richiesto a tutti, anche se questo da solo non basta.
Le guerre, mascherate dietro motivazioni religiose, scoppiano per lo più per il controllo di risorse naturali, come acqua e fiumi, petrolio, foreste e terreni agricoli da destinare alla produzione di cibo.
E' poi ancora troppo grande la piaga dei prodotti agricoli coltivati che rimangono sui campi e che non vengono destinati alla commercializzazione, ad esempio per il loro aspetto imperfetto che porta fornitori e supermercati a scartarli.
Ogni anno il 30% del cibo prodotto nel mondo viene sprecato. Risolvere il problema degli sprechi alimentari e migliorare la distribuzione dei cibi verso chi non ha accesso al loro acquisto è forse l'unica strategia per arginare la fame nel mondo o avendo obiettivi più raggiungibili per alleviare la povertà che si vede nelle nostre città.
Anche perchè è evidente che l'aumento della produzione non si sta rivelando come uno strumento adatto, ma invece come un'ulteriore fonte di spreco alimentare e di risorse.
La colpa è in gran parte del settore alimentare e della grande distribuzione che guarda più al profitto che alle persone trasformando il povero in un criminale.
Un alimento gettato nella spazzatura è il simbolo di uno spreco molto più ampio, che non riguarda soltanto il denaro speso per acquistarlo, ma anche le risorse idriche, l'energia, i trasporti, l'inquinamento, gli investimenti economici e le emissioni di Co2 che risultano correlati alla sua produzione.
Riflettiamo sempre bene prima di comprare e di gettare e facciamo la nostra parte riutilizzando sempre gli avanzi e prestando attenzione alle date di scadenza.
Credo che questo sia il minimo richiesto a tutti, anche se questo da solo non basta.
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